Porta Felice

Pubblicato il da Massimo Gerardi

Porta Felice 1600
Porta Felice chiude il Foro Italico al Corso Vittorio Emanuele. 
Il prolungamento del Cassaro della chiesa di Portosalvo sino al mare, avvenuto nel 1581 ad opera del viceré Marcantonio Colonna e la necessità di collegare questa strada con l’altra magnifica che correva fuori le mura lungo la spiaggia, creata nell’anno precedente dello stesso viceré, imposero l’apertura di una porta nell’estremità del Cassaro.

Porta Felice 1865

Il senato palermitano, che aveva intitolato la strada di mare (attuale Foro Italico) al viceré Colonna, decise di chiamare (Felice) la nuova
porta in onore della moglie del viceré, donna Felice Orsini.
Ma i lavori di costruzione della porta, per un complesso di circostanze, andarono per le lunghe.
Infatti, effettivamente nei primi mesi del 1584, furono sospesi poco dopo in occasione della partenza del viceré Colonna, avvenuta nel maggio di quell’anno; è i successori si preoccuparono di riprenderli immediatamente. 
Soltanto nel 1602, essendo viceré il duca di Feria, fu deciso di dare un concreto avvio alla costruzione della porta.
Ma in realtà, l’opera concepita dallo Smeriglio venne soltanto realizzata parzialmente. 
Nel 1636, alla morte dello Smeriglio, veniva nominato come architetto della porta il monrealese Pietro Novello che ne modificava la parte superiore nelle forme che pressappoco oggi si possono osservare.
In effetti, al Novelli riuscì a subentrare nella direzione dell’opera Vincenzo Tedeschi, suo rivale, mettendo in evidenza alcuni errori tecnici commessi, ma l’opera, ad eccezione di lievi modifiche, rimase sostanzialmente quella ideata dal morrealese.
I lavori si poterono ritenere ultimati soltanto nel 1637, anche se alcuni elementi decorativi, come le due fontane, furono aggiunti soltanto nel 1642.

Porta Felice 2011

Per circa tre secoli Porta Felice fu protagonista della via palermitana. 
Attraverso i suoi due piloni fecero il loro ingresso molti sovrani, passarono lunghe processioni, sfilò il carro trionfale di Santa Rosalia durante le tradizionali giornate del Festino, uscirono carrozze ed equipaggi per la celebre passeggiata della Marina della Belle Epoque.
Poi, durante il secondo conflitto mondiale, una bomba centrò in pieno il pilone di destra riducendolo ad un ammasso di rovine assieme al contiguo palazzotto Santocanale ed al vicino Ospedale di San Bartolomeo.
Al termine della guerra il pilone crollato venne ricostruito, ma purtroppo andarono irrimediabilmente perduti molti elementi decorativi che un tempo lo adornavano.
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