Palermo. gli Angioini e gli Aragonesi

Pubblicato il da Massimo Gerardi

Alla sua morte Federico II lasciò il regno di Sicilia al figlio minore Enrico, il quale, morto precocemente, fu sostituito dal fratello illegittimo Manfredi.
Ma la fine del regno svevo fu segnata dall'arrivo nell'isola di Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, che, il 26 febbraio 1266 a Benevento uccise in battaglia Manfredi e prese il potere del regno.
Ebbe così inizio per la Sicilia un periodo di oppressione in cui le tradizioni locali furono calpestate, furono introdotte pesanti imposte e applicate restrizioni d'ogni genere al popolo palermitano, il quale ben presto odiò i nuovi dominatori, rimpiangendo i regnanti svevi.
Il crescente malcontento condusse ad una rivolta popolare che da Palermo si estese velocemente nel resto della Sicilia.
La scintilla che fece esplodere i Vespri Siciliani contro i Francesi avvenne, il 31 marzo del 1282, nella Chiesa di Santo Spirito, dentro il cimitero di S.Orsola a Palermo, proprio mentre si cantava il vespro e fu provocata, a quanto si racconta, da un'offesa recata da un soldato francese ad una donna palermitana.
Nel tumulto centinaia di Francesi furono uccisi e i cittadini di Palermo proclamarono la città repubblica indipendente, sotto la protezione della Chiesa.
Altre città siciliane si proclamarono indipendenti, ma il papa Martino IV rifiutò la sua protezione agli isolani, i quali si rivolsero allora a Pietro d'Aragona, marito di Costanza, figlia di Manfredi.
Pietro III d'Aragona dichiarò guerra a Carlo d'Angiò, fu proclamato il Regnum Siciliae e per un secolo la Sicilia rimase bandita dalla Chiesa.
I siciliani restarono però delusi perchè gli Aragonesi non fecero che sfruttare le loro vittorie mentre il popolo continuava a fornire cibo, armi e uomini al feudo spagnolo.
Morto Pietro III gli successe il figlio Giacomo, che si proclamò re d'Aragona e di Sicilia.
Nel 1296, suo fratello minore, Federico III, già vicerè di Palermo, gli si oppose e, sostenuto dai nobili siciliani, si fece proclamare re di Trinacria (di sicilia).
Fu stipulato un trattato di pace con gli Angioini nel quale Federico III dichiarava che alla sua morte l'isola sarebbe tornata nelle mani dei Francesi.
Ma i nobili impedirono che tale impegno fosse mantenuto e diventarono la forza dominante in molte città siciliane.
A Federico III successe il figlio Federico IV , alla morte del quale la figlia Maria andò sotto la protezione di una potentissima famiglia, quella degli Alagona.
A Palermo il comando era nelle mani di una delle più potenti famiglie normanne, quella dei Chiaramonte.
Senza il loro permesso nemmeno ai sovrani era consentito l'ingresso nella città.
I Chiaramonte edificarono a Palermo il Palazzo Steri, che divenne il palazzo dei potenti.
Le famiglie Alagona e Chiaramonte si opposero al matrimonio di Maria con Martino I d'Aragona, per timore che la Sicilia potesse tornare sotto il potere spagnolo.
Questa opposizione spinse la Spagna a reagire assediando Palermo, nel 1392, e costringendo i Chiaramonte alla resa.

 

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